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L’UOMO DEL GIORNO, CLAUDIO PAGLIA

C’è una squadra, in Promozione B, che in queste ultime due stagioni è sempre partita in sordina, tra mille difficoltà extracampo, ma che ha fatto del bel gioco la sua arma principale. E se sicuramente l’indubbia qualità degli interpreti sul campo ha fatto la sua parte, grosso merito è di colui che ha saputo modellare il gioco del Real Fieschi a sua immagine e somiglianza: Claudio Paglia, ex giocatore, tra le altre, di Lavagnese e Sestri Levante. Il giovane mister levantino è partito dal basso, dalla terza categoria con il Ri Calcio, e ha saputo conquistare i cuori biancoblu a suon di punti e “joga bonito”. Oggi, dopo tre ottime stagioni, è giunto il momento di separarsi. Ma andiamo con ordine…

Mister Paglia, l’anno scorso siete stati protagonisti di un testa a testa bellissimo con l’Athletic in cima alla classifica. E giocavate benissimo.

Una grande stagione. Eravamo partiti senza la luce dei riflettori addosso: situazioni societarie travagliate, rischiavamo di non iscriverci. Questo ha compattato tutti per riuscire a rendere al meglio. Il gioco che dici tu è quello che mi piace fare, ovvero creare le prerogative per fare calcio giocato, senza chiuderci in difesa e andare in ripartenza. Due anni fa c’erano i giocatori per fare quel tipo di gioco, e con molti di loro avevamo già preparato il terreno la stagione precedente. Gli innesti hanno aggiunto tecnica e fantasia: tutti questi ingredienti ci hanno fatto fare una stagione incredibile e anche inaspettata.

Tecnica e fantasia, hai detto. Non solo tra i “vecchi”, ma anche tra i ragazzi giovani… Ricordo un 10 niente male!

Credo tu stia parlando di Lessona. Un ragazzo che arrivava dalla Lavagnese, combinazione suo papà allenava le nostre giovanili e abbiamo coinvolto anche il ragazzo. Ha fatto una stagione strepitosa e a fine anno è stato premiato, arrivando in Eccellenza (lo ha preso il Rivasamba). Un giocatore che al primo anno tra i grandi, a 18 anni, fa 6 gol in Promozione ha grandi qualità.

La stagione corrente. Un inizio complicato…

Sicuramente la partenza non è stata delle migliori, a causa di tanti infortuni che si sono sommati a quello di Jacopo Conti, che l’anno scorso si ruppe il tendine d’achille. A inizio anno si è procurato lo stesso infortunio Pane. Altri piccoli stop in difesa ci hanno costretto a far giocare subito tanti ragazzi nuovi senza dar loro il tempo di integrarsi con calma all’interno di un’idea di calcio, la nostra, molto particolare. E poi le problematiche societarie hanno fatto la loro parte (il Real Fieschi arrivò addirittura a dichiarare lo scioglimento, ndr). Per fortuna, a dicembre/gennaio c’è stata la rinascita con la nuova dirigenza e, anche sul campo, la squadra ha iniziato a ingranare. Gli ultimi risultati ci facevano ben sperare per il finale di campionato.

Possiamo dire romanticamente, che la qualità del vostro gioco abbia agevolato l’avvicinamento di una nuova dirigenza?

Sicuramente più di tutto ha fatto la realtà locale, composta da persone vicino alla società, genitori, volontari, che non voleva perdere una società radicata al territorio come questa. Decisivo anche l’intervento del Comitato Regionale che ha trovato risorse economiche. Poi, nella bellezza del calcio non ti so dire se può avere contribuito l’aspetto che dici. Ma una cosa la posso dire: dal punto di vista umano, tutti i giocatori e tutto lo staff si sono messi a disposizione anche nel momento di difficoltà, senza fuggi fuggi, restando compatti e uniti. Un comportamento di questo tipo, forse, ha fatto capire alla nuova dirigenza che avrebbe trovato dei bravi ragazzi, che giocano con serietà e passione.

Beh, il Real Fieschi è sempre risultato simpatico agli addetti ai lavori. Forse per il fatto che l’anno scorso siete stati un po’ una sorpresa?

Beh, in Italia la squadra più antipatica è a prescindere quella che vince. A volte l’Inter, a volte la Juve… Anche nei dilettanti, la squadra che invece investe un po’ di meno o è un po’ più debole risulta più simpatica. È logico che il Rivasamba, che ha investito tanto, costretto a dare segnali di un certo tipo ai giocatori nelle interviste con i media locali. Invece, squadre come Athletic e Real Fieschi, che sono simili nel fatto di avere una gestione “a conduzione familiare”, possono permettersi toni e approcci con i media molto tenui, pacati e nell’ambito della sportività. Il dualismo Real Fieschi – Athletic poi si è svolto nell’ambito della massima sportività e del rispetto anche perché Alberto Mariani è stato mio allenatore all’inizio della mia carriera calcistica a Sestri Levante. Una sfida allievo-maestro che mi ha inorgoglito, soprattutto quando siamo riusciti a battervi sul campo. Per me è stato un onore, e mi fa piacere che Alberto mi abbia detto che sono stato il primo a congratularmi con lui per la vittoria del campionato. E dimostra la stima che ho per lui e per tutto l’Athletic.

Soddisfazioni e rimpianti nella carriera di Claudio Paglia?

Da giocatore sono sempre stato fortunato. Ho avuto grandi occasioni, forse superiori alle mie possibilità. A Lavagna ho fatto la D con Celestini: una grandissima esperienza che feci per la prima volta a 27 anni. Ho ricordi bellissimi di Sestri, dove ho fatto le giovanili e sono arrivato in prima squadra, come ti dicevo, con Mariani. Dopo un anno a farmi le ossa in Promozione, sono tornato a Sestri in Eccellenza e ho avuto la fortuna di giocare nella squadra in cui sono cresciuto. Ricordo con piacere il campionato di Promozione vinto proprio a Sestri e la cavalcata dalla Prima Categoria all’Eccellenza con il Vallesturla. Ecco, forse un rimpianto è quello di aver smesso a 34 anni per accettare un ruolo dirigenziale che, alla fine, non mi ha entusiasmato. Da mister sono partito dal basso, in Terza con il Ri Calcio: nello stesso campo si allenava la Panchina, che quando salì in Seconda Categoria mi chiamò. Arrivammo secondi in campionato e il mio amico Ferron, DS del Real Fieschi, mi diede questa grande possibilità. E le cose sono girate abbastanza bene.

Beh, dopo aver fatto giovanili e prima squadra nel Sestri, sarebbe una bella soddisfazione allenarlo in futuro…

Ah beh, assolutamente, sarebbe un sogno. Mi sono trovato benissimo in tutte le squadre in cui sono andato, ma il mio cuore è del Sestri, dove ho giocato e vinto di più. E ho vissuto il calcio come piaceva a me… l’ambiente Sestri Levante, al di là del fatto che le persone all’interno della società cambiano, è la mia famiglia.

Logicamente, al momento, è solo una suggestione. Parlando invece di futuro immediato e concreto… Dove sarà Paglia l’anno prossimo?

Col Real Fieshci abbiamo fatto una chiacchierata poco fa. Ancora non abbiamo ufficializzato nulla, ma ho spiegato al presidente e alla dirigenza che, a prescindere dalle situazioni che si creeranno per la prossima stagione, ritengo il mio ciclo tecnico al Real Fieschi concluso. Dopo tre anni cerco nuovi stimoli. Ho voglia di cambiare per conoscere strutture, situazioni, approcci e persone nuovi. E soprattutto per crescere, migliorare e fare di più come allenatore. Ho dato questa indicazione alla società, quindi non continuerà il rapporto sportivo. Anche se i rapporti umani restano ottimi!

Dopo tre stagioni positive Claudio Paglia saluta il Real Fieschi e lo fa con la massima serenità, contento del lavoro svolto e con nuovi obiettivi all’orizzonte. In bocca al lupo, mister!

T.I.

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