Skip to main content

L’editoriale del venerdì, un racconto fuori tema. O forse no…

Mercato comunale di Via Isonzo, un giorno di inverno del 1989.

“Nonno! Mi racconti ancora di quella volta che sei stato prigioniero di guerra in Brasile e non sei potuto scendere dalla nave per 54 mesi?”
“No figliolo, 54 mesi no! Sono più di 4 anni! Sono state solo poco più di 54 settimane… siamo stati fermi in porto poco più di un anno”.
“Eh ma è tantissimo lo stesso no?”
Sì, ma quando crescerai imparerai che il tempo passa in fretta… e comunque è stato tanto. Ma – detto tra noi – ogni tanto uscivamo. Eravamo diventati amici con qualche guardia, e talvolta ci facevano uscire .Però sì: la maggior parte del tempo l’abbiamo passata a bordo”.
“E cosa facevate?”

…le cose che si fanno di solito. Giocavamo a carte, che su una nave non mancano mai; facevamo esercizio fisico; poi una nave è come una casa molto più grossa, comunque la devi pulire. Ascoltavamo la radio di bordo cercando di capire quello che succedeva in Europa, perchè non era come adesso! Le notizie non era facile averle. Un giorno una guardia, di straforo, ci ha regalato un pallone e non ti dico! La partitella delle 5 del pomeriggio era diventata un rito, solo che come sai io non ero né tanto bravo e né tanto appassionato e allora… sai cosa facevo mentre tutti giocavano? Mi mettevo a prua con una specie di canna da pesca che avevo ricavato da un vecchio manico di scopa e pescavo, così almeno non avevo la concorrenza. E pescavo di più degli altri”.

“Ma non avevate paura?”

Paura sì. Ma non capivamo bene quello che succedeva, alla fine eravamo prigionieri, i giornali li leggevamo nelle nostre “fughe” dalla nave, ma erano in portoghese e noi era già tanto che sapessimo l’italiano! Avevamo paura per i nostri cari perchè non riuscivamo a comunicare con le nostre famiglie. Scrivevamo delle lettere, ma non avevamo mai risposta. Forse quelle stesse guardie che ogni tanto ci facevano uscire o ci regalavano un pallone non erano cosi ben disposte da andare a spedirci le lettere, o magari le spedivano anche, ma non andavano a controllare la posta che tornava indietro. Sta di fatto che dopo poche settimane smettemmo anche di scrivere, in attesa che succedesse qualcosa”.

“E poi?”

“E poi, stanchi di stare lì, siamo riusciti a corrompere le guardie e a salpare per tornare indietro, senza nemmeno sapere cosa ci aspettava al nostro rientro in patria. Sai cosa? Sono state molto più lunghe quelle due settimane ad attraversare l’Atlantico, che un anno fermi in porto. Le notizie che arrivavano dalla radio di bordo non erano proprio ottime, e inoltre non potevamo usarla tanto perché di fatto, eravamo clandestini e rischiavamo tanto. Ogni aereo che ci volava sulla testa poteva essere un aereo nemico e raderci al suolo… e ne volavano tanti di aerei sull’Atlantico in quel periodo”.

“E’ vero che ti facevi tutti i giorni la barba?”
Si! Come adesso, d’altra parte…
“E perchè?”
Perchè, se proprio dovevo morire, volevo morire in ordine! E poi, visto che la traversata stava andando bene – nessuno ci aveva inseguito e la bandiera panamense rubata in porto allontanava gli aerei che ci volavano sopra – era diventato anche un po’ un rito scaramantico! Alla fine funzionò, perché riuscimmo a toccare terra in Portogallo”.

In questi giorni particolari della nostra vita spesso mi capita di pensare a uno degli eroi della mia vita e ai suoi racconti di guerra. Storie che contrariamente a quello che si dice e si pensa dei vecchi dovevo cavare fuori con domande su domande perchè non ne parlava tanto volentieri e solo ad anni di distanza ho potuto anche solo immaginare perchè…
Questa storia non vuole essere né un moralismo, né un termine di paragone, seppur potrebbe sembrarlo o addirittura esserlo…
Ogni tempo ha i suoi problemi…e i problemi di ogni tempo si risolvono con i mezzi e le capacità che quel tempo stesso ci ha consegnato…se siamo stati bravi a coglierli ovviamente…consci però del fatto che se si chiamano problemi è perchè di sicuro hanno delle soluzioni.

Grazie nonno Giacomo!

L’editoriale del venerdì: a cura di Simone Maggi.

editoriale simone maggi

Seguici sui social! Troverai tanti sondaggi anche sui nostri portali! Siamo su Instagram (@dilettantissimo_official), Facebook (Dilettantissimo) Twitter (@Dilettantissimo), oltre al canale Youtube (Dilettantissimo) dove potrai trovare le puntate di Dilettantissimo, Dilettantissimo EXTRA, Serie B, gli highlights, le interviste e tutti i nostri contenuti multimediali!
Iscriviti al nuovo canale Telegram di Dilettantissimo (@
DilettantissimoTV)!

CLICCA QUI per tornare alla HOME di Dilettantissimo.